Bollette da incubo: “Utenze da 12.000 euro. Insostenibile. Paghiamo luce e gas o i dipendenti?”

 Bollette da incubo: “Utenze da 12.000 euro. Insostenibile. Paghiamo luce e gas o i dipendenti?”

“Preoccupato? Io sono terrorizzato. Ci hanno messo nella condizione di dover scegliere: o pago i dipendenti, o pago le bollette. Ho paura di dover chiudere”. A parlare è Paolo Micieli, proprietario di uno storico panificio a Siracusa e presidente provinciale di Assipan, sigla di categoria. “Le bollette della luce e del gas sono quadruplicate. Mi è arrivata la luce: 7mila euro. Poi ieri il metano: 5.129 euro. In totale, 12mila euro da pagare entro fine mese. Poi arriveranno le bollette di settembre ed ottobre. E arriveremo a 40mila euro. Dovrò mandare i dipendenti in cassa integrazione e così li mantiene lo Stato”, si sfoga in diretta su FMITALIA.
“Sto pensando seriamente di chiudere”, dice d’un fiato Micieli. “Siamo messi tutti male. A Siracusa come a Pachino, ad Augusta, a Lentini. Ad un collega della provincia è arrivata una bolletta della luce da 25mila euro. Insostenibile”.
Gas e luce sono essenziali per l’attività di panificazione. “I forni sono a metano, con l’elettricità alimentiamo frigo, freezer, salumeria, le macchine per la panificazione. Da qui a qualche mese non arriveremo a pagare le bollette. I colleghi mi chiamano e soffrono come me. Ad ottobre non so neanche se ci arrivo. E poi ci sono anche le tasse: imu, suolo, pubblico. Ho nove dipendenti. Ma come devo fare?!?”.
A questa semplice domanda, ripetuta da migliaia di attività commerciali italiane, il governo e l’Europa non riescono a dare risposte soddisfacenti. E l’ipotesi di razionare l’energia elettrica fa sorridere. Ci sarebbe la possibilità di rateizzare le bollette. Palo Micieli ride. “Mi ha chiamato un collega che lo ha fatto, ma non ha concluso niente. Rate alte e limitate e nel frattempo che paghi le rate ti arriva l’altra bolletta. Non serve a niente. Serve un intervento del governo. L’aumento esorbitante devono pagarlo loro. Non posso mica portare il pane a dieci euro al chilo; il pane è primario non si può levare al popolo. Posso aumentare di qualche centesimo. Siamo già a circa 4 euro al chilo, dovrei portarlo ad 8 euro al chilo con questi costi. negli due mesi ho lavorato in perdita costante”, racconta amareggiato il presidente dei panificatori siracusani.
“Siamo aperti dal 1967, mai un giorno di chiusura, neanche durante il covid. Ed ora ci ritroviamo in ginocchio per questa crisi energetica. Ma ci pensate che dovremmo chiudere perchè non possiamo pagare la luce? Si parla di numeri grossi: chiuderanno 1350 forni, 5mila persone a casa in Italia”. E la politica? “Quale? Quella del blablabla alla televisione. Qui non ho visto nessuno. Neanche per sbaglio. Parlano, parlano…subito devono fare qualcosa. Anzi, è già tardi”.

 

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