La paura della crisi nella zona industriale, il Pd chiama Conte e si schiera coi lavoratori

 La paura della crisi nella zona industriale, il Pd chiama Conte e si schiera coi lavoratori

Il piano industriale presentato da Isab Lukoil finisce in Parlamento. Il deputato del Pd, Fausto Raciti, pronto a chiedere l’intervento del governo per scongiurare ripercussioni sul futuro del poli petrolchimico siracusano. Ma è tutto il Pd a mobilitarsi: anche il segretario provinciale, Salvo Adorno, ha raccolto le preoccupazioni dei lavoratori della Lukoil e dell’indotto, nonché delle aziende che lavorano nella manutenzione e nella sicurezza, per via di possibili ripercussioni collegate alle scelte di “sopravvivenza” della Lukoil per il 2021.
“Impattano su temi cruciali come la transizione energetica, la qualità del processo produttivo, la riqualificazione ambientale dell’area industriale. Temi strategici che vanno guidati con il concorso delle parti sociali, delle istituzioni territoriali e del governo nazionale, evitando contraccolpi occupazionali. Il Partito Democratico di Siracusa nel mese di dicembre ha dedicato alcuni incontri on line, a cui hanno partecipato il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, il sottosegretario alle bonifiche Roberto Morassut, la responsabile nazionale per L’Ambiente Chiara Braga, sul futuro dell’area industriale. In questi incontri – ricorda Adorno – ha fatto propria la sfida del cambiamento e della sostenibilità, prospettando un futuro in cui un’industria petrolchimica decarbonizzata possa convivere con nuove filiere industriali ad economia circolare, con la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in un quadro di regole condivise, coerenti con le linee guida dettate dal governo nazionale, individuate nella la centralità della Zes e del Porto di Augusta”.
Il Pd condivide lo sconcerto dei sindacati per il piano industriale presentato dal colosso russo. “Prevede l’imposizione ai dipendenti diretti di fruire delle ferie maturate e maturande (qualcosa come 25 mila ore, più o meno, di ferie obbligate) fino al prossimo 31 marzo, data di scadenza del blocco dei licenziamenti. Quali effetti avrebbe sui livelli occupazionali di Lukoil, e dell’indotto, l’eventuale mancato rinnovo da parte del governo Conte del divieto di licenziare? La domanda inquieta il Pd e i sindacati e alimenta la preoccupazione di trovarsi di fronte ad uno scenario, ad impianti fermi, di licenziamenti e richiesta di cassa integrazione, tanto più se si tiene conto che il piano Lukoil prevede il cambio di gestione a favore della Litasco, che è una controllata con sede in Svizzera che si occupa di commercializzazione di prodotti petroliferi”, spiega ancora Adorno.

 

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