Le lacrime di Maria a Siracusa: 66 anni fa la scienza si inginocchiò alla religione

 Le lacrime di Maria a Siracusa: 66 anni fa la scienza si inginocchiò alla religione

Era il 29 agosto del 1953 quando da un quadretto raffigurante la Madonna, in una casa di via degli Orti, a Siracusa,sgorgarono lacrime umane. Quest’anno, 66esimo anniversario del pianto di Maria a Siracusa, come da consueto la giornata è iniziata con la messa delle 8 proprio nella casa di Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto, alla Borgata. La Santa Messa è stata celebrata dall’arcivescovo Salvatore Pappalardo. Antonina, Antonina, in attesa del primo figlio, aveva una gravidanza difficile e ricorrenti abbassamenti della vista quando verso le tre di notte del 29 agosto la vista scomparve del tutto, per tornare normale alle 8.30 del mattino, quando vide lacrime scendere sul viso della Vergine Maria. La Messa di questa mattina è stata proprio celebrata in suffragio dei coniugi Iannuso. Il Rosario delle 7,30 e la messa delle 8, del 31 agosto, saranno trasmessi in diretta nazionale su Radio Maria dalla Casa del Pianto.
Sempre oggi, l’arcivescovo di Catania e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, Salvatore Gristina, presiederà la solenne celebrazione delle 19, dedicata agli ammalati, con l’Unitalsi, il Movimento Apostolico Ciechi, i Gruppi di Volontariato, i Ministri Straordinari della Santa Comunione e dei gruppi della Pastorale della Salute. Durante la Celebrazione sarà offerto il servizio di interpretariato Lis, che permetterà la partecipazione della comunità sorda. Domani, Giuseppe Schillaci, vescovo di Lamezia Terme, presiederà la celebrazione delle 19, durante la quale saranno benedette le donne in gravidanza e le mamme presenti. Sabato 31, Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, presiederà la Celebrazione delle 19. Domenica 1 settembre, Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova Evangelizzazione, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica concelebrata dagli arcivescovi e vescovi della Sicilia, dai sacerdoti, religiosi e diaconi dell’Arcidiocesi, durante la quale in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Famiglia, alcune famiglie faranno l’atto di affidamento alla Madonna delle Lacrime. Al termine, l’Arcivescovo Metropolita di Siracusa, Salvatore Pappalardo, affiderà l’Arcidiocesi al cuore immacolato e addolorato della Madonna delle Lacrime.
Nella sua omelia di questa mattina, l’arcivescovo Pappalardo ha ricordato il messaggio di speranza consegnato a Siracusa dalla Madonna.  “Volentieri ne facciamo memoria -ha detto Monsignor Pappalardo  – non solamente per far nostri i sentimenti di viva emozione e stupore di coloro che ne furono testimoni, ma soprattutto per cogliere il messaggio spirituale che quel segno ancora oggi ci consegna. Le lacrime sono un segno fortemente espressivo; le lacrime di una madre poi rivelano l’intensità dei suoi sentimenti verso i propri figli. Anche le lacrime della Madonna, nostra Madre celeste, si iscrivono in questa logica propria dell’amore materno. In tal senso papa Pio XII, con esplicito riferimento all’evento della lacrimazione di Siracusa, affermava: «Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre né dolore né mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, ché anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliolo”.
Le lacrime della Madonna manifestano dunque “amore e pietà” per il genere umano, cioè per ciascuno di noi che siamo suoi figli. Sono lacrime che interpellano la nostra vita di cristiani: esse non possono lasciarci nella indifferenza, devono invece suscitare in noi adeguati sentimenti di filiale devozione. Per questa ragione, i Vescovi di Sicilia, prendendo atto di quanto si era verificato a Siracusa nei giorni 29-30-31 agosto e 1 settembre di quell’anno 1953 e riconoscendo la straordinarietà dell’evento, formularono l’auspicio che «tale manifestazione della Madre Celeste ecciti tutti a salutare penitenza ed a più viva devozione verso il Cuore Immacolato di Maria».
È. questo, sorelle e fratelli carissimi, il messaggio che ancora oggi ci viene consegnato dalle lacrime della Madonna.
La “salutare penitenza” comporta la conversione del cuore e della vita: la conversione del “cuore” innanzitutto, perché – come insegna Gesù nel Vangelo – “dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi” (Mt 15,18), e, viceversa, proclama: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Il cuore è la culla dei nostri sentimenti, buoni o cattivi. Dobbiamo perciò vigilare perché nel nostro cuore non alberghino sentimenti e propositi malvagi; viceversa, dobbiamo custodire e coltivare sempre i buoni pensieri e i propositi di una condotta irreprensibile, secondo gli insegnamenti del Vangelo, una condotta degna della vocazione propria di ogni discepolo di Gesù, che è la vocazione alla santità.
La “viva devozione al Cuore Immacolato di Maria”, mentre ispira in noi sentimenti di filiale fiducia in Colei che si è stata data come Madre, ci spinge pure a far nostri i sentimenti nobilissimi del suo Cuore.
Ella, Maria santissima, è la Vergine dal “cuore puro”, che senza alcuna remora ha accolto il progetto di Dio nella sua vita, dal primo momento della annunciazione fino al pieno compimento sul Calvario, e, così, ha potuto sperimentare le “grandi cose” che il Signore ha compiuto in Lei.
Venerare Maria, coltivare “una più viva devozione al suo Cuore Immacolato” significa dunque imparare a vivere come Lei: accogliendo nella nostra vita il progetto che il Signore ha disposto per ciascuno di noi, pronti a seguire Gesù sul calvario, con la certezza di sperimentare anche noi, le “grandi cose” che il Signore compie in noi e per noi.
Per le sue sante lacrime, Maria Santissima, nostra Madre celeste, ci ottenga dal Signore la grazia della “salutare penitenza” e la gioia di vivere la beatitudine proclamata da Gesù per tutti i suoi discepoli: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8)”.

 

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