Parco degli Iblei, Cafeo (Lega): “Il rischio è ingessare il territorio”

 Parco degli Iblei, Cafeo (Lega): “Il rischio è ingessare il territorio”

“Il Parco degli Iblei, così come concepito, rischia di ingessare il territorio, bloccare per sempre la ripresa economica oltre ad ostacolare le Zes”.
Lo afferma il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo, in merito al dibattito sulla realizzazione del Parco nazionale degli Iblei che comprenderebbe una vastissima area della Sicilia orientale, tra cui le province di Siracusa, Catania e Ragusa.
“Il modo con cui si sta affrontando il tema – spiega il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo – è sbagliato non solo nel metodo, perché non tutti gli attori interessati, tra cui i sindaci, sono stati chiamati ad esprimere un parere, ma anche nell’approccio, assolutamente superficiale, in quanto si parte da posizioni ideologiche. Ci sono i sindaci della zona montana del Siracusano che non sono stati invitati a partecipare a tavoli di confronto, probabilmente perché hanno manifestato le loro perplessità”.
L’On. Giovanni Cafeo paventa inoltre un rischio forte per l’economia del territorio, in quanto la perimetrazione dell’area prevista per il Parco degli Iblei ricade nella stessa porzione indicata come Zes, le zone economiche speciali, all’interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento potranno beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Le Zes individuate nel territorio della provincia di Siracusa si estendono per oltre 700 ettari e sono suddivise tra i comuni di Augusta, Avola, Carlentini, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Pachino, Palazzolo Acreide, Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa e Solarino.
“Se il Parco degli Iblei fosse istituito così come è adesso ipotizzato – conclude il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo – in che modo le aziende potrebbero beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge? Gli investimenti andrebbero in fumo ed allo stesso tempo manderemmo a monte tutti gli sforzi compiuti per attirare capitali, e dunque, lavoro nel nostro territorio. In un territorio ingessato, le imprese esistenti traslocherebbero e quelle che vorrebbero investire volgerebbero lo sguardo altrove”.

 

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