Polo petrolchimico, Fiom critica dopo l’incontro con Eni: “Serve il confronto con il territorio”

“Eni fugge ancora una volta da un giusto confronto con il territorio e con i soggetti interessati e incontra le segreterie di categoria e le Rsu Cgil, Cisl e Uil per comunicare la fermata degli impianti Aromatici ed Etilene con avvio, in anticipo, l’1 luglio”. La Fiom Cgil provinciale, guidata dal segretario Antonio Recano, evidenzia come “nulla si sia detto sull’iter autorizzativo né sulle garanzie occupazionali, in un momento in cui, peraltro, Eni ha comunicato un’ulteriore riduzione di personale, pari a 49 unità, sul sito di Marghera. Per Recano si tratta della “solita politica a due tempi : oggi si chiude, domani forse si investirà”. Né per il sindacato sarebbero di conforto le garanzie di “proseguire nel monitoraggio costante per la costruzione di soluzioni condivise assieme ai lavoratori, senza poter sapere quali”. I metalmeccanici ritengono che la dismissione del cracking abbia innescato una forte reazione a catena che può essere interrotta solo se, come si chiede da mesi, si ricompone “una vertenza generale capace di affrontare la complessità di un polo industriale su cui un sistema energetico fortemente sbilanciato sulle fonti fossili”. La richiesta è quella di affrontare il tema con tutti i soggetti in campo: Eni Versalis, Sasol, Ias, Isab Goi, Sonatrach. “Le aziende del polo petrolchimico- prosegue Recano- hanno avuto in questi anni mani libere nello sfruttamento degli operai e del territorio. Eni dovrebbe smettere il piglio autarchico tenuto fino a questo momento e riconoscere ruolo e legittimità di tutte le forze sociali per costruire un percorso condiviso entro cui ripensare un nuovo modello industriale. Occorrono indirizzi di politica industriale e volontà politica di pianificare progetti chiari e raggiungibili in tempi certi”.