“Prima i rom o prima i siracusani?”, l’assessore Furnari fa chiarezza sui 40 mila euro stanziati

 “Prima i rom o prima i siracusani?”, l’assessore Furnari fa chiarezza sui 40 mila euro stanziati

Non prevede “una casa per i rom”, ma è un progetto ampio, già  operativo da tempo, per chi risiede a Siracusa, quello che prevede lo stanziamento di 20 mila euro da parte del Comune e altrettanti da parte della Caritas. Nel caso del campo rom di Pantanelli, a quanto previsto dal protocollo d’intesa stipulato a suo tempo, si aggiungono ulteriori misure specifiche, secondo quanto disposto dall’autorità giudiziaria. Così l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Furnari fa chiarezza dopo le polemiche dei giorni scorsi e le preoccupazioni emerse, da parte di cittadini, convinti che il Comune stia agevolando “i rom anzichè i siracusani”. La questione è, in realtà, differente. Il progetto a cui si fa riferimento si chiama Housing First ed è partito nel 2016 attraverso la collaborazione avviata tra il Comune e la Caritas. Serve per aiutare chi no puo’ permetterselo a poter sostenere l’affitto di un’abitazione. Palazzo Vermexio e la Caritas ne diventano, in pratica, i garanti. A questo si aggiunge un progetto più ampio, destinato a consentire a chi subisce un improvviso cambiamento di rotta della propria vita, come può essere la perdita di un lavoro, di pagare il proprio canone di locazione e poi proseguire autonomamente. Infine, il protocollo che concede la possibilità di avere un “prestito” da parte del Comune e della Caritas, per versare le mensilità richieste alla sottoscrizione di un contratto d’affitto, potendo sostenere il canone, ma non avendo, magari, la liquidità intera ed immediata. In tal caso il fondo si autoalimenta, con la restituzione della cifra, anche a rate da 50 euro. Poi l’assessore Furnari entra nel dettaglio della vicenda campo rom. “La questione non è solo legata i progetti appena ricordati- spiega- c’è un provvedimento dell’autorità giudiziaria, che ha posto sotto sequestro quell’area, viste le problematiche igienico-sanitarie riscontrate e i reati ambientali . L’autorità giudiziaria ha anche chiesto, dunque, che  si provvedesse ad adottare gli opportuni provvedimenti per evitare ancora danni ambientali. Per le caratteristiche di quel luogo non sarebbe stato possibile provvedere in altro modo che attraverso la liberazione della zona, che è ad alto rischio idrogeologico. Il fatto stesso di vivere li’ -prosegue l’assessore Furnari- rappresenta un rischio per gli abitanti del campo. Abbiamo pertanto  avviato un percorso di mediazione, per cercare di evitare le procedure di sgombero e trovare delle soluzioni diverse”. Vivono nel campo rom circa 50 famiglie, secondo gli ultimi accertamenti compiuti lo scorso dicembre dalle forze dell’ordine.

 

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