Referendum, niente quorum ma il Pd rilancia: “Forte astensionismo, la battaglia continua”

Dopo la chiusura delle urne per i referendum abrogativi, con un’affluenza che si è fermata a livello nazionale intorno al 30% e nella provincia di Siracusa al 22,53%, è tempo di tracciare un bilancio di quello che è stato e di quello che sarà.
“Si è chiusa la competizione referendaria promossa dalla CGIL senza il raggiungimento del quorum. L’obiettivo non è stato centrato e non ci sono vittorie da festeggiare. Tuttavia, il segnale che arriva dal Paese e dalla nostra provincia è tutt’altro che irrilevante. In provincia di Siracusa hanno votato oltre 70.000 cittadine e cittadini, pari al 22,5% del corpo elettorale. Nel solo capoluogo, 93.039 elettori (il 22,47%) si sono recati alle urne. In entrambi i casi, oltre il 90% ha votato SÌ ai quesiti referendari. – ha commentato il segretario generale della CGIL di Siracusa, Roberto Alosi – A livello nazionale, sono stati oltre 15 milioni a esprimere la propria volontà. Numeri che non possiamo né sottovalutare né archiviare: rappresentano un patrimonio democratico e sociale da cui ripartire. Abbiamo certamente perso sul piano numerico del quorum, ma abbiamo vinto nella capacità di rimettere al centro del dibattito pubblico e politico i temi del lavoro, del precariato, della dignità e della libertà dei lavoratori. Il referendum è stato solo l’inizio di un percorso che ha visto la CGIL ritornare tra le persone: nelle piazze, nei mercati, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, a fianco di giovani, pensionati, precari, disoccupati, forze associative, democratiche e progressiste, laiche e religiose. Abbiamo ascoltato una provincia che soffre, che vede i giovani partire, le famiglie faticare, il lavoro diventare sempre più precario e sottopagato. Abbiamo riallacciato legami sociali, costruito alleanze, rimesso in moto una discussione collettiva. E questo non si cancella. La verità è che siamo di fronte a una crisi democratica profonda, che non può essere ignorata. L’astensione, già altissima nelle elezioni europee, è cresciuta anche per effetto di un irresponsabile invito a disertare le urne, proveniente da forze che evidentemente temono il giudizio popolare. Ma il lavoro e la democrazia sono oggi lo stesso problema, e non ci rassegniamo all’idea che i diritti siano diventati un lusso o una concessione. Per questo la battaglia continua. Non abbiamo cambiato idea: l’impianto legislativo sul lavoro va cambiato. I diritti vanno riaffermati. E va ricostruita una cultura della politica, del lavoro e della cittadinanza che unisca, non divida. La CGIL di Siracusa – continua Alosi – intende fare la sua parte, con ancora più determinazione. A partire da quei 70.000 elettori della nostra provincia che hanno scelto di dire SÌ, continueremo il nostro impegno per costruire una nuova stagione di unità, alleanza sociale e politica, partecipazione, aprendo una grande discussione con tutti coloro che hanno camminato con noi in questi mesi. La strada è lunga, ma è stata tracciata. E la percorreremo, insieme”.
Sul tema è intervenuto anche il segretario regionale del Partito Democratico Sicilia, Anthony Barbagallo. A livello regionale il dato si è attestato sul 23,11%.
“Il referendum, nonostante l’esito negativo determinato dal forte astensionismo, deve accendere una fiammella di speranza anche in Sicilia. Nonostante tutto, il numero di siciliane e siciliani che si sono presentati ai seggi tra domenica e oggi supera o comunque equipara quello degli elettori che hanno sostenuto Meloni al Senato e votato Schifani alle ultime elezioni regionali. Il compito del Pd e del centrosinistra – aggiunge– e rassicurare questo zoccolo duro di elettorato che già fu sufficiente al centrodestra a vincere le elezioni. Bisogna proseguire per consolidarlo, lavorando su queste politiche e sul perimetro delle battaglie che hanno animato il referendum. I diritti dei lavoratori, dell’accoglienza e della cittadinanza sono temi che – conclude – ci appartengono e sui cui non possiamo nessun passo indietro”.