Siracusa. Coronavirus, controllate in provincia oltre 29 mila persone e quasi 16 mila attività commerciali

 Siracusa. Coronavirus, controllate in provincia oltre 29 mila persone e quasi 16 mila attività commerciali

Controlli su 29.117 persone e 15.727 esercizi commerciali. Sono i numeri forniti dalla prefettura di Siracusa relativi all’attività condotta in provincia per garantire il rispetto delle misure anti contagio emanate dal Governo e dalla Regione.
Notificate 27 sospensioni di attività economiche tra le 317 pervenute al 3 aprile 2020.
Altre 23 sono state inviate alle Prefetture territorialmente competenti e 57 archiviate perché
ricomprese tra quelle già autorizzate dalle disposizioni vigenti. Ai fini dell’istruttoria, ci si avvale del supporto di un gruppo di lavoro formato da rappresentanti della Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della Consulta delle Associazioni datoriali di categoria e dei sindacati.
Dal 12 marzo, alle 1.234 delle 1.392 persone sanzionate dalle pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza è stata contestata la circolazione in assenza di “comprovate esigenze lavorative”, “assoluta urgenza” o “motivi di salute”, procedendo, in molti casi, a denunce penali per altre condotte, per esempio per aver falsamente attestato fatti e circostanze nelle autocertificazioni esibite o dichiarato una falsa identità.
Nei confronti di 51 dei 58 esercizi commerciali sanzionati – poiché non avevano provveduto a sospendere l’attività in violazione alle disposizioni emanate per l’emergenza sanitaria – il personale della Questura, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ha contestualmente disposto l’immediata chiusura per impedire la prosecuzione o la reiterazione della trasgressione.
Per tali ipotesi, la Prefettura ha già adottato 13 provvedimenti di sospensione con effetto dalla
data in cui saranno revocate le misure di sospensione per motivi sanitari ora vigenti ed ha in corso di
istruttoria i restanti 45 procedimenti. “Restare a casa” – l’appello che parte dalla prefettura- è lo strumento principale di autoprotezione ma è anche il modo migliore per testimoniare la
gratitudine a tutti coloro i quali si stanno adoperando per la tutela della salute pubblica, negli ospedali, su strada, nelle filiere produttive e commerciali essenziali, nel volontariato, nelle Istituzioni”.

 

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