Siracusa e il suo nuovo ospedale: i sindaci vanno da Musumeci spaccati in due fronti

 Siracusa e il suo nuovo ospedale: i sindaci vanno da Musumeci spaccati in due fronti

Attesi, sono arrivati ai sindaci della provincia di Siracusa gli “inviti” a partecipare all’incontro di lunedì pomeriggio a Palermo. Alle 16, con il presidente Musumeci e l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, si parlerà di nuovo ospedale di Siracusa. Obiettivo: far partire l’iter che condurrà alla sua costruzione.
Ma le posizioni sono ancora distanti. I primi cittadini del siracusano rimangono divisi in due schieramenti, come è chiaramente emerso durante l’ultima conferenza dei sindaci. Da una parte c’è chi vuole presentarsi a Palermo per ottenere la promozione del nosocomio in Dea di II livello, altrimenti sarà rottura su tutti i fronti; dall’altra chi, invece, chiede moderazione e di inseguire obiettivi raggiungibili, senza forzature e strumentalizzazioni al sapore di campagna elettorale.
Un documento unitario non c’è. E se dovessero rimanere così le cose, alla fine deciderà la Regione. Musumeci, sul punto è già stato chiaro in passato. “Se non ci sarà intesa tra i sindaci, si va avanti seguendo quanto deciso dal Consiglio comunale di Siracusa”. Quindi ospedale di I livello da costruire alla Pizzuta.
La richiesta di avere un Dea di II livello (il massimo, ndr) a Siracusa è certamente cosa giusta e condivisa dal territorio e da tutti i sindaci. Ma alcuni primi cittadini la ritengono tardiva e non rispettosa dei criteri di legge e degli standard al momento previsti e dunque anche fuori tempo massimo. Meglio – è la loro posizione – andare a puntare i piedi per obiettivi raggiungibili come più unità operative con primari, più personale infermieristico e reparti funzionanti. Magari con più branche specialistiche, concesse con deroghe a norma di legge con dialogo e confronto e non arroccandosi nel bunker del II livello o niente.
C’è poi la querelle sull’ospedale di Lentini, quello di Augusta e il riunito Avola-Noto con un continuo tira e molla che trova ragione nelle richieste dei territori, vogliosi ognuno di avere di più per se. Ma nel documento di rifunzionalizzazione pure approvato all’unanimità nel 2015 è previsto, ad esempio, che l’emergenza-urgenza vada Ad Avola perchè ospedale dotato della migliore viabilità. In effetti, il Di Maria è a due passi dallo svincolo autostradale mentre il Trigona rimane complicato da raggiungere.
Per avvicinare le posizioni, si muovono le “colombe”. Difficile operazione da pontieri e dall’esito realmente incerto. Anche perchè prima di lunedì pomeriggio, data dell’incontro a Palermo, non sono previste ulteriori conferenze dei sindaci.

 

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