Siracusa. E' morto Santi Nicita. Il cordoglio del mondo politico. Oggi, camera ardente al Vermexio

 Siracusa. E' morto Santi Nicita. Il cordoglio del mondo politico. Oggi, camera ardente al Vermexio

E’ morto Santi Nicita. Siracusano d’adozione ma nato a Furci Siculo nel 1929, è stato un nome di primo piano per la DC siciliana. La sua carriera politica è cominciata a Priolo, poi il passaggio a Siracusa, Comune per cui è stato anche assessore ai lavori pubblici. E’ stato anche presidente della Regione siciliana negli anni 1983-84 e parlamentare per due legislature. Una delle più famose leggi siciliane porta la sua firma, si tratta della cosiddetta legge 37 relativa all’occupazione giovanile che permise l’assunzione di quasi 40 mila persone nella pubblica amministrazione. Il sindaco, Giancarlo Garozzo ha disposto per oggi l’apertura di una camera ardente per Nicita nel salone “Paolo Borsellino” di palazzo Vermexio. Chi vorrà portare l’ultimo saluto all’ex presidente della Regione potrà farlo dalle 10 alle 22. I funerali dell’onorevole Nicita si terranno, invece, lunedì, alle 15,30, in Cattedrale.Il cordoglio del mondo politico locale.  “E’ stato un protagonista assoluto della politica siracusana e regionale, uno degli artefici di quella stagione che ha portato il nostro territorio fuori dalle secche della povertà”, scrive il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. “Apparteneva  a quella generazione di politici che si è spesa per lo sviluppo di Siracusa, assumendosi la responsabilità di scelte anche difficili ma fatte nell’interesse della gente. Gli incarichi di alto prestigio dal lui ricoperti, nelle istituzioni e nel partito in cui ha militato, furono il frutto di un’intelligenza politica da tutti riconosciuta”. Anche la deputata regionale Marika Cirone Di Marco ha voluto inviare un messaggio di cordoglio alla famiglia. “Uomo dalla straordinaria presenza nella politica istituzionale e nella cultura della politica,  si è distinto per l’affabilità di un dialogo sempre vivo, attento a cogliere i diversi apporti provenienti dalla società e dalle categorie. Uomo di sintesi, Santi Nicita è sempre stato un punto di riferimento per la comunità siracusana, democratico della prima ora, iscritto al Partito Democratico, di cui è stato uno dei fondatori”. La segretaria provinciale del Pd, Carmen Castelluccio parla di Santi Nicita come di “una delle figure di maggior rilievo della storia politica della provincia di Siracusa e della Regione Sicilia negli ultimi decenni.Protagonista nelle file della Democrazia Cristiana con importanti ruoli istituzionali, fino a ricoprire negli anni Ottanta la carica di Presidente della Regione- ricorda Castelluccio- l’On. Nicita scelse di aderire fin dalla sua fondazione al Partito Democratico, al quale ha saputo offrire in questi anni un contributo importante di saggezza ed equilibrio, spendendosi sempre per la ricerca dell’unità interna e per arricchire la proposta e la pratica politica del partito e mettendo al servizio di questi obiettivi la sua passione per il ragionamento politico articolato e mai superficiale, il gusto per l’approfondimento attento dei problemi, l’attenzione non formale alle ragioni dell’interlocutore”. Per il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa, Mario Zappia, “con l’on. Santi Nicita scompare un pezzo importante della politica siracusana e siciliana”. La parlamentare Stefania Prestigiacomo era la nipote di Nicita, che aveva sposato la sorella del padre. “Siracusa, la Sicilia- commenta l’ex ministro- perde con la sua scomparsa un uomo delle istituzioni, il protagonista forse più lucido di una stagione politica. Io ho perso qualcosa di più ma, soprattutto, di diverso. Nel mio ricordo e nel mio dolore di oggi- continua Prestigiacomo- è difficile separare lo zio “importante” che noi ragazzini guardavamo quasi con soggezione dall’onorevole Nicita, personaggio pubblico”. La deputata del Pd, Sofia Amoddio esprime il proprio cordoglio definendo Nicita “un uomo che ha dedicato la sua vita alla politica del nostro territorio, spendendosi in prima persona per i siracusani e per lo sviluppo economico della nostra provincia. Con lui-conclude Amoddio- scompare anche un fine stratega”.

 

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