Siracusa. Emendamento “Salva Isab”, Prestigiacomo: “Garanzia pubblica con il Decreto Aiuti”

 Siracusa. Emendamento “Salva Isab”, Prestigiacomo: “Garanzia pubblica con il Decreto Aiuti”

Presentato alla Camera l’ emendamento salva Isab, “per consentire la prosecuzione dell’attività degli impianti di Siracusa”.

La deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo è firmataria, insieme al capogruppo Barelli, della proposta, che rappresenterebbe una soluzione “in grado di scongiurare  la prospettiva della chiusura dell’Isab a causa del blocco delle importazioni di petrolio russo via mare”. L’emendamento al Decreto Aiuti in discussione in Parlamento mira ad estendere le garanzie prestate ex lege dalla Sace SpA anche all’Isab fino a un massimo di 1 miliardo e 200 milioni di euro. Attraverso questa garanzia pubblica l’Isab , secondo quanto spiega Prestigiacomo, “potrebbe tornare ad operare sul mercato libero del greggio e assicurare la produzione e i livelli occupazionali diretti, dell’indotto e delle imprese a vario titolo collegate alla raffineria”.

La parlamentare di Forza Italia sollecita “il Governo ad affrontare con celerità la questione e garantire l’operatività della raffineria Isab, soggetto non sanzionato. Il decreto legge contiene proprio un articolo che consente di
intervenire subito e senza rinvii. La Sicilia non può permettersi
una caporetto economica e non può pagare un prezzo tanto alto per
‘l’economia di guerra’ causata dalla brutale aggressione della
Russia all’Ucraina”.

La parlamentare di Fi ricostruisce la vicenda.

“A seguito delle sanzioni scattate per l’aggressione all’Ucraina -ricorda – gli istituti di credito hanno rifiutato l’emissione delle lettere di credito all’Isab del gruppo Lukoil costringendo l’azienda a raffinare  solo il petrolio che giunge via mare dalla Russia. Col blocco delle importazioni di greggio via mare e nel persistere delle sanzioni, la chiusura della raffineria – con l’effetto domino in tutta la zona industriale siracusana, la perdita di migliaia di posti di lavoro, di una quota importante del Pil siciliano e del 25% della capacità di raffinazione nazionale – sarebbe inevitabile se non si interviene subito”.

 

 

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