Siracusa. Esposto in Procura firmato dal Codacons: “vietare la vendita di sigarette”

 Siracusa. Esposto in Procura firmato dal Codacons: “vietare la vendita di sigarette”

Dopo la sentenza di ieri della Cassazione sulla cannabis light, il Codacons apre il fronte delle sigarette e dei prodotti da fumo, la cui vendita potrebbe presto essere vietata in Italia. Anche in Procura a Siracusa, presentato un esposto dall’associazione dei consumatori.
“Il principio sancito dalla Cassazione, secondo cui è illegittima in Italia la vendita di sostanze che hanno effetto drogante, va applicato anche ai prodotti contenenti nicotina, in virtù di una recente perizia ordinata dal Consiglio di Stato che certifica come proprio la nicotina causi dipendenza fisica e psichica, e sia a tutti gli effetti una sostanza drogante”, spiega il segretario nazionale Codacons, Francesco Tanasi.
Il Consiglio di Stato, attraverso una perizia tecnica ordinata nell’ambito di un ricorso Codacons e affidata al professore Gianfranco Tarsitani dell’Università La Sapienza di Roma, ha stabilito “di poter affermare in modo esplicito che la nicotina, e il fumo di tabacco che ne provoca l’assorbimento, possono essere considerate sostanze che producono effetto sul sistema nervoso centrale e hanno la capacità di determinare dipendenza psichica o fisica, nonché di provocare notevoli danni a carico della salute con importante impatto anche in termini di costi delle cure; inoltre il fatto che foglie di coca e cannabis, nelle varie formulazioni, siano presenti nelle tabelle degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope del DPR 309/90 fa ritenere, per un ampio insieme di similitudini, che anche tabacco/nicotina potrebbero essere inseriti”.
Se quindi i prodotti derivanti da cannabis light sono da vietare in base alla normativa vigente perché producono efficacia drogante, lo stesso principio deve – per il Codacons – essere necessariamente applicato a tutti i prodotti che producono sull’uomo i medesimi effetti.
Nel ricorso presentato in tutte e 9 le Procure siciliane si ipotizza il reato di concorso in omicidio colposo plurimo, considerate le 80.000 vittime che il fumo provoca ogni anno nel nostro Paese. L’associazione dei consumatori chiede di accertare le responsabilità dei produttori di tabacco e delle istituzioni quali Istituto Superiore di Sanità e Governo italiano, immobili di fronte a questa strage quotidiana.

 

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