Siracusa. La crisi dell’ex Provincia, i deputati 5 stelle rispondono all’appello dei lavoratori

 Siracusa. La crisi dell’ex Provincia, i deputati 5 stelle rispondono all’appello dei lavoratori

Il deputato nazionale Paolo Ficara e il deputato regionale Stefano Zito rispondono all’appello dei dipendenti dell’ex Provincia, che ieri mattina sono tornati in piazza con un sit-in di protesta davanti alla Prefettura rivendicando il diritto allo stipendio e a certezze circa il proprio futuro occupazionale. Ficara e Zito li hanno raggiunti in piazza Archimede. I portavoce del Movimento 5 Stelle hanno portato ai lavoratori la loro solidarietà, estendendola alle famiglie, in difficoltà ormai da quasi cinque anni. Hanno, inoltre,  ascoltato i lavoratori, che hanno espresso in maniera chiara le  difficoltà che vivono, anche a seguito della dichiarazione di default.
Ficara e Zito hanno poi incontrato il prefetto, Luigi Pizzi, al quale hanno presentato le criticità della ex Provincia e i problemi che si trascinano da anni. “E’ sotto gli occhi di tutti – ha spiegato Paolo Ficara – la situazione critica in cui ci troviamo a causa dei precedenti accordi Stato – Regione e delle insensate riforme regionali e nazionali delle Province che hanno privato questi enti delle risorse minime per erogare i servizi e pagare gli stipendi dei dipendenti. Il nuovo accordo a cui abbiamo lavorato a Roma prevede misure grazie alle quali sarà possibile intervenire e garantire un ritorno graduale alla normalità, rispettando i tempi necessari”. Il deputato regionale Stefano Zito ha spiegato ai dipendenti in protesta quel che sta succedendo alla Regione e al prefetto di Siracusa ha ricordato il debito della provincia di Siracusa che ammonta a più di 162 milioni di euro con verosimili responsabilità degli amministratori passati della ex Provincia che non pare abbiano fatto molto per evitare il dissesto in cui versa oggi. “La soluzione più rapida – ha spiegato – sarebbe quella derivante dall’approvazione della Finanziaria alla Regione, che permetterebbe di pagare alcuni debiti tra cui anche gli stipendi dei dipendenti che oggi hanno protestato. Io mi auguro di chiudere entro il 31 gennaio: mi auguro che anche i miei colleghi all’Ars capiscano che bisogna concordare su questa urgenza, senza cincischiare oltre”

 

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