Siracusa. Servizio Idrico: arrivano gli avvisi, chi non paga rimarrà senz'acqua a casa

 Siracusa. Servizio Idrico: arrivano gli avvisi, chi non paga rimarrà senz'acqua a casa

Tre incontri tra la prefettura di Siracusa, gli uffici regionali di Palermo e Catania non sono bastati per tracciare una linea decisa per il futuro della gestione del servizio idrico integrato a Siracusa dopo il fallimento di Sai 8. Idee e progetti non mancano, l’accordo purtroppo si. Con la solita spaccatura tra sindaci dei Comuni che hanno consegnato gli impianti e quelli che non lo hanno fatto e poi anche tra sindaci stessi, divisi ulteriormente in due fazioni: piccoli Comuni e grandi Comuni. Ma più di ogni altra cosa, manca una norma regionale che disegni il quadro normativo entro cui muoversi. Senza quella – e la legge sul ritorno all’acqua pubblica è, eufemisticamente, in alto mare – difficilmente si potranno registrare dei passi avanti nel siracusano. Si procede con la curatela fallimentare. Disposta per sei mesi, potrebbe durare anche meno se interverrano elementi di novità.
E i tre curatori nominati dal tribunale di Siracusa hanno un compito chiaro: recuperare i crediti e contenere i costi. Pazienza per la qualità del servizio, bisognerà attendere tempi migliori e certo non è responsabilità loro. Visto che il tasso di evasione delle bollette idriche è più che lievitato (2 su 3 non pagherebbero, ndr) è il momento del pugno di ferro: rubinetti a secco per i morosi. Ovvero, distacco delle utenze. Un pugno di ferro annunciato nei primi giorni di nomina e che adesso, dovendo fare di necessità virtù, è pronto ad entrare in scena. Da martedì 7 gennaio chi non ha regolarizzato la sua posizione con Sai 8 potrebbe ritrovarsi senz’acqua in casa e senza ulteriori preavvisi. E’ caccia anche agli allacci abusivi. Le prime “lettere” sarebbero state inviate e già ricevute da utenti morosi.
Giusto chiedere ed esigere il pagamento del servizio, pur tra le polemiche per una qualità giudicata da molti non pari al costo, ma è difficile credere che sia questa la responsabilità del crac da 74 milioni di euro della fallita Sai 8. A pagare – più in termini di conseguenze che di “bollette” – sono ancora una volta gli utenti – specie quelli onesti – della provincia di Siracusa. Che hanno però il diritto di scoprire di chi eventualmente siano le responsabilità amministrativa, politica e morale di una avventura nata con una Sogeas pienamente funzionante e in attivo e terminata con due fallimenti (Sogeas e Sai 8).

 

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