Strage di cani tra Floridia e Siracusa, il fuoco ne arde vivi 5: "Erano legati alla catena"

 Strage di cani tra Floridia e Siracusa, il fuoco ne arde vivi 5: "Erano legati alla catena"

Una vera e propria strage. Ieri, un incendio divampato in un appezzamento di terra tra Floridia e Siracusa ha ucciso 5 cani, carbonizzati come le sterpaglie e tra le sterpaglie. Secondo alcune associazioni animaliste della provincia, il proprietario di quel terreno avrebbe tenuto i cani alla catena. Salvati altri 13 cani: 8 cuccioli e 5 adulti. I cani superstiti sono stati ricoverati al canile di Sortino, visto che le strutture locali non possono più ospitare cani (essendo già piene).
Uno spettacolo raccapricciante quello che Cettina Sirugo di Animalisti Italiani e Ilaria Fagotto si sono ritrovate davanti quando, dopo essere state allertate, sono intervenute, con il supporto di altre associazioni del territorio. Ore di attesa prima che si arrivasse al ricovero degli animali salvati. Ma l’aspetto che più di ogni altro causa un profondo rammarico nei rappresentanti dei gruppi animalisti è che la situazione era stata posta all’attenzione degli enti competenti, Asp in primo luogo. Secondo quanto spiega Cettina Sirugo, il proprietario dell’appezzamento in cui la tragedia si è verificata, ha anche nella propria disponibilità un sito in contrada Fusco, nel capoluogo, in cui terrebbe cagnolini, da caccia, in strettissime gabbie e in angusti locali senza nemmeno aperture, in condizioni igieniche precarie. Una segnalazione fatta un anno fà e che avrebbe comportato infine il sequestro, ma senza che, nella sostanza, i cani siano stati ricoverati altrove (in qualche caso, l’unico provvedimento adottato è stato la microchippatura). “Quello che abbiamo visto ieri- racconta Cettina Sirugo- è stato l’orrore più nero. Non solo i cagnolini morti, senza possibilità di muoversi, di salvarsi da quel fuoco che li ha poi arsi vivi, ma anche, tra i superstiti, cuccioli con ferite vistose, condizioni precarie (siamo ricorsi alle cure della clinica per diversi cuccioli) e tutto ciò che non può essere immaginato e soprattutto che non può essere tollerato. E’ l’Asp a dover garantire a questi animali condizioni di vita dignitose. Qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di quello che è accaduto”.

 

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