Vuoti d’organico a Cavadonna, forte denuncia del sindacato di polizia penitenziaria

 Vuoti d’organico a Cavadonna, forte denuncia del sindacato di polizia penitenziaria

“Vuoti di organico e sovraffollamento di detenuti creano la miscela esplosiva che rende pericolosamente ingestibile il carcere Cavadonna di Siracusa. Sette aggressioni in tre mesi ai danni di agenti penitenziari lo dimostrano, mentre le istituzioni politiche fanno finta di nulla. In Sicilia, come nel resto d’Italia o anche peggio”.
Protesta il segretario nazionale della UilPa-PolPen Uil, Armando Algozzino, che ha presieduto a Siracusa un’assemblea dei lavoratori della Polizia penitenziaria cui hanno preso parte tutti i componenti del Direttivo territoriale di categoria. “Ho incontrato – sottolinea Algozzino – il direttore del Cavadonna e da lui ho avuto la conferma di numeri che spiegano le ragioni per cui un fiore all’occhiello del sistema penitenziario siciliano s’è trasformato in un inferno. I reclusi sono 685, di cui 340 ad alta sicurezza, e gli agenti sono appena 182 invece che i 250 previsti in pianta organica”. L’esponente sindacale aggiunge: “Tra le tante, troppe, situazioni paradossali quella del Blocco 20 dove un solo agente nei turni pomeridiani e serali deve occuparsi di quattro piani! Il personale non basta e, a peggiorare le cose, bisogna fare i conti pure con l’utilizzo giornaliero di agenti per compiti esterni, in particolar modo per il trasporto detenuti”.
Armando Algozzino parla di “inaccettabili violenze e intimidazioni nei confronti di servitori dello Stato, che a Siracusa e nelle altre case circondariali suppliscono con professionalità e senso del dovere a carenze evidentissime in tutti i ruoli. Non si può chiedere ancora a lungo che la Polizia penitenziaria svolga le proprie mansioni, comprensibilmente delicate e socialmente essenziali, in questa condizione di costante allarme e di evidentissimo stress psico-fisico”. Il segretario nazionale UilPa-PolPen esprime preoccupazioni per le numerose “intimidazioni e violenze che sono esplose proprio a Cavadonna in occasione dell’emergenza-Covid e che proseguono ancora adesso, ma siamo in ansia anche per l’immediato futuro. Nel prossimo biennio, infatti, andrà in pensione il 25 per cento del personale e non abbiamo certezze neppure sul ricambio generazionale. Cambiano i Governi e i colori delle maggioranze, ma i problemi restano irrisolti e anzi si aggravano. Siamo pronti a ogni iniziativa sindacale per tutelare i lavoratori penitenziari e, con essi, l’intera collettività. Servono subito le assunzioni per assicurare almeno il turn-over e andare oltre, perché i buchi di organico siano colmati. Sotto questo profilo, il Cavadonna è un istituto-simbolo del malessere che si registra nelle case circondariali in Sicilia e nel resto del Paese. Rivendichiamo risposte concrete, non vuote promesse e inutili attestati di solidarietà che si ripetono stancamente a ogni episodio di aggressione”.

 

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